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"All'inizio dell'estate 2011 ho ricevuto dal suo autore questo piccolo tesoro custodito negli anni: la fotocopia di una copia a carta carbone di alcune poesie. Sulla prima pagina il titolo, Quaderno Inglese, e l'indice. Poi, in alto a destra, tracciata a penna, come chi a distanza di anni cercasse di fissare esattamente nel tempo quei fogli, una data: dicembre 1947. I caratteri dattiloscritti sono piccolissimi e la carta carbone spande un po'. Ho pensato che sarebbe stato bello poter conservare quei caratteri nella stampa del libro. Avrebbero restituito con la loro porosa impressione sulla materia-carta, la realtà di un salto temporale che direttamente ci porta a prima dell'invenzione dei computer. Dunque l'autore mi affidava quel manoscritto, ma univa a quel gesto la perentoria e contraddittoria richiesta di pubblicarlo anonimo. Nelle poesie, nella nuda, orfana, parola che esse enunciano, avverti che si tratta del disseppellimento di scritti e di emozioni, mai veramente dimenticati. Anzi la scrittura sembra riferirsi a esperienze che ancora bruciano, un "quaderno", appunto, messo da parte - senza mai l'intenzione di separarsene davvero."